Frequentando dei forum di fotografia è facile imbattersi in commenti alle foto postate dagli utenti del tipo "bella, ma il soggetto è troppo centrale!"
Questi sedicenti esperti hanno fatto loro la regola dei terzi con lo stesso spirito critico di un talebano: se il soggetto non è in uno dei 4 punti forti, la foto è declassata a scatto della domenica. Purtroppo la maggior parte di questi critici ha imparato la regoletta su un libro di fotocomposizione o in un corso per fotoamatori e pensa così di avere la chiave dell'armonia dell'universo.
Prima di continuare con questo mio sproloquio forse è meglio spiegare questo concetto per chi ancora non lo conosce.
La regola dei terzi prevede di tracciare due linee immaginarie orizzontali e due linee immaginarie verticali, ciascuna di queste linee sarà posizionata ad una distanza dal bordo di riferimento pari a un terzo della lunghezza per quelle verticali e della larghezza per quelle orizzontali.
Non si è capito nulla? Con un disegno sarà tutto più chiaro (lo schema è gentilmente fornito da Wikipedia).
I punti di incontro di queste linee sono i cosiddetti "punti forti", posizioni nelle quali sarebbe opportuno piazzare gli elementi importanti della propria immagine. Questa metodologia di composizione era già nota in antichità anche se lievemente differente.
Prima di continuare bisogna sottolineare che questa regola funziona bene soprattutto con le immagini rettangolari, e rende al massimo quando il rettangolo dell'immagine è di forma aurea, cioè quando il rapporto tra i due lati è pari a φ ≅ 1,618 (per maggiori spiegazioni rettangolo aureo su Wikipedia). Questo mitico numero è irrazionale, cioè non può essere espresso come frazione di due numeri interi, e il rettangolo così formato non lo si trova tra le forme più diffuse di immagini fotografiche. Finora nessun produttore di sensori si è preso la briga di realizzarne uno in sezione aurea. La maggior parte delle reflex produce immagini 3:2, che è la prima approssimazione del numero aureo ottenuta usando la successione di fibonacci.
Anche la regola dei terzi sopra descritta non nient'altro che un'approssimazione facilmente utilizzabile del numero aureo. Un'approssimazione migliore sarebbe porre le linee immaginarie a 3/8 dal bordo per quanto sia improbabile riuscire a farlo ad occhio, anche se a dire il vero sembra che l'occhio umano abbia notevole predilezione per il rapporto aureo.
Con le fotografie di forma quadrata la regola funziona decisamente meno bene, lo stesso vale per le foto panoramiche o con quelle strette e lunghe.
Con le fotografie di forma quadrata la regola funziona decisamente meno bene, lo stesso vale per le foto panoramiche o con quelle strette e lunghe.
Per chi volesse approfondire meglio la regola dei terzi in rete è possibile trovare moltissime spiegazioni dettagliate (per esempio Armonia della Composizione).
E' comunque pacifico che comporre secondo la regola dei terzi produce immagini piacevoli e ben bilanciate, però è necessario sottolineare che è possibile anche comporre violando questa regola, altrimenti si rischia di fare foto impersonali e omologate. Questo non significa che bisogna scattare a casaccio! La composizione è la parte più creativa dell'atto fotografico, quindi va studiata e curata con attenzione e scelta in funzione di ciò che si vuole esprimere e rappresentare con l'immagine che si sta creando (ricordiamoci sempre che scattare una fotografia non è fare una copia della realtà, ma è un atto creativo).
In conclusione, le regole sono fatte per essere applicate, ma anche disattese o sovvertite, insomma si può comporre come si vuole purché si abbia piena consapevolezza di come si vuole rendere l'immagine.
E' comunque pacifico che comporre secondo la regola dei terzi produce immagini piacevoli e ben bilanciate, però è necessario sottolineare che è possibile anche comporre violando questa regola, altrimenti si rischia di fare foto impersonali e omologate. Questo non significa che bisogna scattare a casaccio! La composizione è la parte più creativa dell'atto fotografico, quindi va studiata e curata con attenzione e scelta in funzione di ciò che si vuole esprimere e rappresentare con l'immagine che si sta creando (ricordiamoci sempre che scattare una fotografia non è fare una copia della realtà, ma è un atto creativo).In conclusione, le regole sono fatte per essere applicate, ma anche disattese o sovvertite, insomma si può comporre come si vuole purché si abbia piena consapevolezza di come si vuole rendere l'immagine.

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